Di Vigliano

Bea Di Vigliano
Il passaggio, attraverso la faticosa elaborazione culturale, per chi come me proveniva da uniche esperienze tradizionali, è legato al ricordo del pittore Sergio Bonfantini, alla Resistenza, a tanti intellettuali nascosti nelle nostre soffitte. Alla comune ideologia, si affiancava un desiderio imperioso di imparare, di capire. Con Bonfantini ho fatto la mia prima mostra personale a Biella nel '43. A Milano nel frattempo, tra un bombardamento e l'altro, era sorta la società degli "Indipendenti". Nato in Francia, ricreato in Italia da Anselmo Bucci il sodalizio, accomunava artisti, pittori, scultori e letterati. Del gruppo facevano parte, tra gli altri, Alessandro Di Ceglie, Antonio Arosio e Luciano Albertini, coi quali frequentavo sovente lo studio di Carrà a Milano, quello di Casorati a Torino. Ancora, voglio ricordare altre persone determinanti per la mia formazione artistica: Neri Pozza, Antonio Barolini, Guido Piovene a Vicenza. Più tardi, l'amicizia con Giuseppe Berto, ltalo Calvino, i poeti Renata Bosio e Carlo Betocchi ed, infine, il critico d'arte Osvaldo Prandoni. A tutti un grazie sincero. Spero, attraverso questa esperienza di inquieti e tormentati anni, di riuscire a trasmettere il mio messaggio che esprime, solitudine, non nel senso di sofferenza o di rimpianto, ma una solitudine gratificata continuamente da un sentimento interiore di gioia emanato e filtrato da un sogno poetico coloratissimo.
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